Una settimana sulla Donna
Va bene, l’otto marzo è passato. Ma riguardando alcuni vecchi post, mi sono accorta che spesso parlo del mondo delle donne, riferendomi anche al mio esser donna. Allora, ho deciso di raggrupparne alcuni e riproporveli. Buona lettura.
Una storia che parla di me
Grazie al post di Deserthouse da cui ho tratto ispirazione e a L’ha scritto una femmina per l’iniziativa.
Leggi Donna bambina
Durante la mia giovinezza, davo praticamente per scontate le mie qualità mentali e, in fondo, ero abbastanza sicura delle potenzialità del mio corpo.
Madre natura mi ha regalato l’altezza che, così pare, viene considerata mezza bellezza. E una montagna di capelli ricci e neri, che i maschi hanno sempre adorato e le femmine invidiato.

Per carità, il mio corpo non è mai stato perfetto. I fianchi sempre abbondanti, anche nei periodi in cui ho raggiunto i minimi storici sulla bilancia, contrastano con le spalle piccole. Per non parlare delle scapole alate. E del seno minimal. Potrei andare avanti per parecchio.
Tuttavia, mi sono sempre difesa bene. Sarà stato il modo in cui ondeggiavo i fianchi o quello in cui mi toccavo i capelli, o ancora l’aria da femme fatale di cui a volte mi piaceva vestirmi. Fatto sta che non ho avuto quasi mai problemi di conquista.
Oggi, che di giovane mi sono rimaste la tenacia, la voglia di non fermarmi e la curiosità, mi nutro di consapevolezze diverse: sono sicura delle mie abilità mentali, delle mie competenze, della mia personalità, e un po’ meno ossessionata dall’importanza di piacere legata al mio corpo.
Alla soglia dei quaranta, è arrivato, indisturbato, qualche chilo in più; il tempo segna, lentamente ma inesorabilmente, il viso. Una birra mi fa scoppiare il mal di testa. Crescere mia figlia mi spezza letteralmente la schiena e la canottiera, disprezzata amaramente nei tempi che furono, è mia inseparabile amica.
Non credo di essere ormai da buttare. Ma ci vuole tanta, tanta cura in più per avere risultati decenti.
Per cui, oggi, voglio proprio ringraziarti, mio corpo. Ti ringrazio per aver sopportato i capricci, le sfide, la noncuranza. Ti ringrazio per le sensazioni che mi regali e anche per i dolori che mi infliggi. Ti ringrazio per avermi fatto a lungo sentire bella. Per aver contribuito a farmi sentire una donna sicura, decisa quanto basta, consapevole dei propri limiti e delle proprie possibilità. Ti ringrazio per avermi fatto trovare l’amore. Ti ringrazio per avermi concesso di generare una nuova vita.
Ti nutrirò degli elementi capaci di rigenerarti e continuerò a prendermi cura di te (confidando, lo ammetto, sempre un po’ di più in madre natura).
Sono Enza, sono in questo corpo e non c’è dualismo che tenga: sono io non solo perché vivo questo corpo, ma soprattutto perché sono questo corpo.
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Tanta stima 😀
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Per l’accettazione del tempo che passa? 😁
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Sì, non è cosa da poco. E per la consapevolezza di te 🙂
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Se c’è qualcosa che non smetto mai di fare è riflettere. Mi aiuta a scrivere, e scrivere mi aiuta a riflettere 😉
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Beh, allora qualcosa in comune ce l’abbiamo! 😀
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Direi proprio di sì ☺️ era evidente
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Sì, vero? Si capiva, si capiva! 😉
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Non so perché, o forse lo so pure troppo bene, ma leggendo quel che hai scritto mi è tornata alla mente Sissi, l’imperatrice passata in leggenda, “si parva licet componere magnis”.
La tua scrittura ha una capacità evocativa non comune. Grazie.
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Wow Federico, grazie! Sono lusingata!
Scusa l’ignoranza, mi spieghi perché Sissi?
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Non mi riferisco, ovviamente, al personaggio quasi da favola interpretato da Romy Schneider nella trilogia di Ernst Marischka, ma alla vera Sissi, all’imperatrice (mai stata principessa, tra l’altro). Aveva un vero e proprio culto per i suoi capelli, che le arrivavano fino ai talloni. curava con un rigore quasi militare la sua forma fisica. Certo, la natura l’aveva dotata e non poco, ma questo non le bastava. Non le bastava essere bella: voleva essere la più bella. E in qualche modo ci riuscì. Il passare del tempo, inesorabile, fu per lei una sventura inenarrabile.
Se ti capita, se hai tempo o voglia, ti segnalo una biografia “scientifica”, a cura di Brigitte Hamann, che ci restituisce la verità su quella che fu una delle vere protagoniste della sua epoca assieme al Marito, Franz Joseph.
Scusa la prolissità, ma mi affascina molto l’argomento.
Le tue parole me l’hanno fatta venire in mente in quell’ideale dialogo tra te e il corpo.
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Grazie per questa chiara spiegazione e per la segnalazione del libro!
Come ho detto nella lettera, io, però, mi sono affidata fin troppo a madre natura 🤭 certo la cura del corpo è sempre importante, e non solo per l’estetica.
Grazie ancora per il confronto a dir poco costruttivo!
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Certo, carissima! Però il tuo scritto, la tua lettera, è stato uno spunto suggestivo di riflessione, che mi ha portato forse un po’ altrove rispetto al tuo testo, costringendomi a un complemento. Grazie a te sempre di tutto!
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Suscitare una riflessione è sempre auspicabile! La condivisione serve anche a questo 🤗
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Vero e di questo ti sono molto grato.
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Grazie a te!
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Mi piace molto questa idea del dialogo col proprio corpo. Potrebbe essere la chiave di volta per noi donne, e il rapporto con esso.
Io gli direi un sacco di parolacce😂😂
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Prova a buttare giù qualcosa!
Il rapporto con il nostro corpo è qualcosa di così intimo, che va del tutto al di là del giudizio (più) oggettivo degli altri.
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“Non credo di essere ormai da buttare”
Direi proprio di no
E, come già scritto qualche settimane fa, i capelli ricci…
🙂
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… i capelli ricci piacciono molto!
Comunque prima dell’allattamento erano tutta un’altra storia 😂
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Ti stimo
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Grazie! E invece il rapporto con tuo corpo com’è?
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Il mio è sempre stato buono. Ho un fisico atletico. Mangio qualsiasi cosa e sono golosa e amo cibi di qualità. Da più di 30 anni convivo con una malattia autoimmune che però ho subito assalito e sto bene. Grazie a Dio🙏
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Complimenti Titti! Grazie per la tua stupenda condivisione ♥️
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😊🌹
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L’altezza è mezza bellezza ma i ricci fanno la loro parte divinamente. Proprio bello il racconto.
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Grazie sempre 😊
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